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Braccio di ferro con la Soprintendenza - venerdì 23 febbraio 2007 at 08:38
«Fermate quei lavori» Ma il sindaco tira diritto
Si tratta della demolizione dell'ex scalo Fs Sindoni nel mirino di Verdi e Legambiente

La Soprintendenza per i Beni culturali ed ambientali di Messina ordina l'alt allo smantellamento delle strutture dell'ex scalo merci della stazione ferroviaria di Capo d'Orlando (ora adibito a parcheggio pubblico) , ma il primo cittadino Enzo Sindoni non ferma i lavori e così i quattro ex uffici spedizioni vengono abbattuti dalle ruspe mentre si continua a smontare la tettoia in ferro che copre il piano di carico. Sindoni, così come nella sua prima ordinanza di somma urgenza che decretava lo smantellamento dei manufatti, anche ora diche che ci sono motivi di sicurezza che impongono di smontare la tettoia in ferro e abbattere i quattro casotti in cemento. Anzi, secondo Sindoni, la necessità accresciuta poiché i lavori in corso, se bloccati, lascerebbero la tettoia senza alcuni pilastri portanti e quindi a rischio crollo.
«Le folate di vento di lunedì scorso – aggiunge il sindaco – hanno fatto volare due pannelli dalla tettoia rendendo ancora più precaria la stabilità della struttura mentre i quattro piccoli uffici, chiusi da anni e ormai fatiscenti, sono ricettacoli di insidie igienico sanitarie».
Ma il rapporto tra la Soprintendenza e l'amministrazione Sindoni, che in ogni caso ha ordinato la conservazione dei materiali smontati, si preannuncia piuttosto conflittuale anche perché a Palazzo Europa si è convinti che i manufatti non abbiano la caratteristica di beni da poter sottoporre a vincoli. Di parere contrario l'Ente di tutela del patrimonio artistico che nella nota di sospensione dei lavori dice che le strutture dell'ex scalo «hanno caratteristiche tipologiche capaci di documentare la cronologia costruttiva e la prima impiantistica ferroviaria cui in parallelo corre la storia dell'inurbamento e della costituzione del Comune Autonomo di Capo d'Orlando».
Mentre una parte della cittadinanza si schiera a favore di Sindoni, perorando l'allargamento del parcheggio dell'ex scalo con l'inglobamento delle aree che si libererebbero dopo l'abbattimento della tettoia e degli ex uffici, un'altra schiera di cittadini, che puntava nella trasformazione dello spazio in contenitore culturale, è sul piede di guerra. Anzi gli ambientalisti di Legambiente Nebrodi, coinvolgono persino la Procura della Repubblica di Patti chiedendo, come hanno reso noto con un comunicato, «l'immediato sequestro dell'area interessata ai lavori al fine di impedire l'ulteriore demolizione dei fabbricati ed il proseguimento di un abuso quale è la mancata osservanza della tempestiva ordinanza disposta dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Messina» . Anche i Verdi di Capo d'Orlando, che avevano già utilizzato l'area dell'ex scalo merci per iniziative culturali, puntano l'indice contro l'iniziativa del sindaco. Il loro rappresentante, Pippo Librizzi, non si è lasciato sfuggire l'occasione di un incontro ravvicinato con il primo cittadino per esprimere tutta la sua amarezza «per la scomparsa di un'altra pagina della storia di Capo d'Orlando».
Nella vicenda interviene anche l'associazione musicale orlandina "Cross Road Club" che da un decennio organizza la prestigiosa manifestazione internazionale "Capo d'Orlando in jazz", che sperava in una riconversione culturale delle strutture. L'associazione in una nota, tra l'altro scrive: «poteva essere che oggi anche un piccolo spazio come quello della tettoia della Ferrovia fosse valorizzato ed opportunamente trasformato per una vocazione culturale. Una tettoia non sembrerebbe un gran che, ma con questa penuria di spazi diventa un teatro . Nessuno degli amministratori vecchi e nuovi dà importanza al fatto che in questa città non esiste alcuna struttura per la cultura, per "fare" cultura, un luogo che stimoli i rapporti sociali, che favorisca il confronto» . E poi: «potevamo sostenere con convinzione un progetto di riconversione della tettoia verso una utilizzazione culturale, progetto che è depositato in Comune da qualche tempo. Quindi addio alla cara vecchia tettoia della ferrovia, che ha brillato solo per un attimo in occasione della "mostra sui ferrovieri e la ferrovia", ma è bastato quell'attimo per farci vedere quello che sarebbe potuto essere, ma non sarà».
Sindoni: si trattadi strutturevecchie e cadentiche costituisconoun gravepericoloper i cittadini.

Gazzetta del Sud

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