l'ufficio Stampa di Fredian Musical ringrazia il giornalista Nino Vicario per la sensibilità dimostrata e per le belle parole spese per il nostro piccolo grande spettacolo.
   
  A CAPO D'ORLANDO/Al "Rosso di San Secondo" E' andato in scena il musical "FREDIANA"
 
  CAPO D'ORLANDO - Sono stati due giorni di intenso pathos quelli vissuti  da studenti e pubblico che hanno affollato il  "Rosso di San Secondo" della  città paladina dove è andato in scena -  28 e 29 aprile - il musical  "Frediana", recentissima opera del giovane autore orlandino Piero Di Maria.  Il lavoro, che è strutturato in due parti e che ha visto impegnati oltre  quaranta interpreti tra orchestrali (le musiche erano dal vivo), ballerini e  cantanti provenienti da tutti i Nebrodi, racconta quanto accaduto nel mondo  dopo i tragici eventi dell'11 settembre 202 che hanno interessato le Torri  gemelle statunitensi. L'Autore, quasi a voler esorcizzare la drammaticità  dell'imminente guerra, cala all'interno dell'opera una dolcissima storia  d'amore tra Frediana e Patrizio giovane militare in partenza per l'inferno iracheno.      Meritatissimi gli applausi, al termine e durante lo spettacolo, che  l'attento pubblico ha tributato agli interpreti che per ragioni di spazio ci  è impossibile elencare. Valgano per tutti in nomi dei due interpreti:  Frediana (Rosita Fiocco), Patrizio (Marco Vito).        "Mi rimane l'affetto dei ragazzi - ci dice al termine dello  spettacolo Piero Di Maria -  che si sono impegnati per un anno e mezzo in  questa avventura e lo hanno fatto gratuitamente e senza alcun  rimborso-spese. Sono ragazzi provenienti da diversi paesi nebroidei e che  hanno creduto in questo progetto che da tre anni va avanti, progetto che  vuole lanciare una speranza di pace per il nostro futuro, perché  la parola  pace non sott'intende soltanto quella politico-militare; essa,  anzitutto,  vuol  significare diritti umani: senza questi non c'è giustizia e senza  giustizia - come recentemente ha ricordato il Papa - non c'è pace né per  noi, né per quelli che verranno, cioè i nostri figli. E se i nostri padri ci hanno inculcato i valori della pace - come ha fatto il mio uniformando la mia educazione al rispetto dell'altro e della sua identità culturale e religiosa - è nostro dovere trasmettere ai nostri figli ciò che essi hanno lasciato a noi, cioè: i valori sacrosanti della pace e della libertà, libertà di poter decidere, di pensare, uscire, essere allegri, felici e tristi per cose che non c'entrano affatto  né  con una guerra, né con  una  morte provocata".     E il presente di Piero Di Maria com'è? "Eccezionale! Eccezionale perché - risponde l'Autore paladino malcelando i fortissimi sentimenti emotivi che gli "bollono" dentro l'anima --  siamo riusciti a mettere in scena un'opera di difficile realizzazione. Un altro lavoro di questa portata, al momento, è impensabile. Basti pensare alle difficoltà che vi s'incontrano per riunire otto maestri di musica, due scuole di ballo, tre coreografe e dodici cantanti provenienti da tutta la provincia di Messina non è cosa  semplice, anzi è assai complicata. Ci siamo riusciti  - dice ancora Di Maria  - perché ci siamo avvalsi della professionalità di Patrizia Galipò alla direzione artistica, di  Mimmo Bonfiglio per le musiche, di Salvatore Fogliani, Salvo  Cavallaro, Valentina Rinoldo e Grazia Martelli per le coreografie e di  tante altre persone come il prof. Santoromita Villa (dirigente scolastico) ed Emilio Barone, gestore del teatro "Rosso di San Secondo" di Capo d'Orlando, nonché del laboratorio culturale "Nèbrodes", che ci hanno aiutato e sostenuti in ogni momento. Il mio grazie - conclude il giovane autore -  va esteso, anche e soprattutto, ai ragazzi (cantanti e ballerini) e all'orchestra diretta dal maestro Pippo Faranda". Poi, prima di scomparire, commosso, dietro le quinte, soggiunge:  "Dedico questa mia fatica a chi mi ha ispirato e a chi ci crede ancora!".           E l'illusione del domani, appeso al filo dei folli? Già, l'illusione. Piero Di Maria, non può risponderci, è prigioniero degli  abbracci dei suoi. ragazzi.
 
 
  Nino Vicario
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