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Gazzetta del Sud - venerdì 7 aprile 2006 at 08:42
LE COSE CHE FANNO RIFLETTERE. La querelle sul Teatro V. Emanuele Due presidenti e... una "farsa"

Assume i contorni di una commedia goldoniana la "querelle" sulla presidenza dell'Ente Teatro di Messina. C'è, però, una differenza: opere come le "Baruffe chiozzotte" dello scrittore veneziano strappano ancora risate, a distanza di secoli. Quella del "Vittorio Emanuele", invece, è l'ennesima storia "alla messinese" che fa più piangere che ridere.
In questo momento il nostro "glorioso" Ente autonomo regionale si ritrova ad avere due presidenti: Antonio Barresi e Pompeo Oliva. Il primo, nominato con decreto dell'assessore regionale ai Beni culturali del 16 marzo 2005, ieri si è regolarmente presentato al lavoro, continuando a occupare i locali della presidenza. Il secondo si è appena insediato, dopo la nomina effettuata con determina firmata dal sindaco Genovese lo scorso 3 aprile. A Barresi l'assessore regionale Alessandro Pagano dice di rimanere al suo posto, diffidando il sindaco dall'assumere provvedimenti illegittimi e dallo scatenare «inutili conflitti di competenza». A Oliva Genovese chiede di assumere le redini del Teatro, forte dell'articolo 7 della legge istitutiva dell'Ente, che affida al sindaco la piena titolarità della nomina del presidente. Barresi, che pure aveva dichiarato di non voler restare "in paradiso a dispetto dei santi", continua regolarmente a presiedere il "Vittorio Emanuele", spalleggiato dall'Udc di D'Alia e Ardizzone. Oliva non sa ancora bene cosa fare. Nel frattempo, Genovese e Pagano si scambiano missive che, dietro il linguaggio similburocratese, assomigliano a dardi velenosi scagliati dall'uno e dall'altro fronte.
L'assessore regionale accusa il sindaco di non aver tenuto conto nel suo atto delle osservazioni fornite da Palermo, di essersi «discostato dalla prassi fino a ieri seguita» e di non aver avuto la sensibilità istituzionale «di dar notizia del nuovo atto amministrativo». Pagano manifesta dubbi sulla regolarità della determina sindacale ed esprime «formale diniego affinché la nomina di Pompeo Oliva esplichi la sua efficacia».
Il sindaco replica affermando di non aver mai avuto dubbi sulla titolarità della competenza, che non si traduce nell'esercizio di un potere di "revoca" ma che rientra, piuttosto, tra le ipotesi di decadenza. Barresi, insomma, non è stato revocato ma è decaduto, a differenza dei componenti del consiglio di amministrazione «che vengono designati dal sindaco e definitivamente nominati dall'assessore regionale». Secondo Genovese, il proprio provvedimento è efficace e «non può che produrre effetti per legge sin dal momento della sua trasmissione agli organi interessati».
Nel bel mezzo del "conflitto" accadono anche fatti "strani", come il "black out" registratosi durante lo spettacolo teatrale "Liolà" in cartellone al "Vittorio Emanuele" con protagonisti Gianfranco Jannuzzo e Manuela Arcuri.
Tra farsa e dramma, la "commedia" va in scena. E poi tutti dicono di non essere attaccati alle "poltrone"...

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