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Gazzetta del sud - martedì 15 novembre 2005 at 09:51
Neroarancio e paladini provano a dimenticare le recenti amarezze in vista della sfida di venerdì sera a Reggio Viola e Upea in marcia verso il derby.


La Viola è tornata in palestra. Una ripresa insolita, ma imprescindibile per riordinare le idee ed iniziare a preparare un altro anticipo (venerdì sera) di vitale importanza. Il derby contro Capo d'Orlando bussa alle porte e potrebbe già rappresentare un vero e proprio esame per valutare lo stato fisico, ma soprattutto mentale, di questa squadra dal rendimento ondivago. Le ultime uscite sembrerebbero consegnare un quintetto in crisi d'identità, che ha smarrito le peculiarità iniziali, utili ad imprimere l'accelerata cui si sperava di dar seguito diverso. La sconfitta casalinga con Reggio Emilia ha fatto suonare il campanello d'allarme, tornato poi a trillare contro una Roma incerottata e per nulla insuperabile. A Cantù, invece, a parte un primo quarto garibaldino, non v'è stata partita. Il break della seconda frazione ha di fatto chiuso il match che stava per assumere i contorni di una Waterloo, con Kebu Stewart dominatore assoluto sotto le plance e Rowan Barrett, più Mazzarino e Jones, cecchini infallibili. Stavolta neanche Kraidy (9 minuti sul parquet, ndc) è riuscito a colmare le lacune in area pitturata, dove l'innesto dell'esperto Zanus Fortes ancora non produce gli effetti sperati. Per l'ex virtussino, il -7 di valutazione finale (in 25 minuti di quintetto) è una tassa troppo alta da pagare, ma va pure detto che un uomo da solo non può portarsi dietro le responsabilità di un intero settore che va rivisto. È andato bene Guyton, che in settimana aveva patito più di qualche acciacco, nato da molto lontano. Non è un mistero che la guardia dell'Indiana sia arrivata in riva allo Stretto a corto di fiato e in una condizione fisica precaria. Adesso va già meglio, ma per vedere il miglior Guyton si dovrà attendere ancora qualche settimana. Di certo l'impegno del ragazzo, sta accelerando questo processo di crescita che adesso va conciliato con l'evoluzione del resto del gruppo. E qui siamo alle note dolenti. L'impressione è che questo quintetto ancora non sia un gruppo vero. Tanti violini, qualche trombone, un buon direttore d'orchestra. Ma a livello collettivo, c'è sempre qualcosa che manca. Intanto arriva un ciclo di gare molto più abbordabili rispetto ad un avvio da paura. Delle prossime otto partite, ben cinque dovrebbero essere alla portata della Viola. Il caso ha voluto che fosse proprio il derby calabro-siculo ad aprire questa serie di scontri, da cui la squadra neroarancio dovrà ritrovare lo slancio emozionale per riproporsi con maggiore convinzione. Occorrerà guardare le prestazioni positive e negative finora registrate e valutare cosa possa spostare l'ago della bilancia. I numeri in tal senso sono inclementi: se Capin gira, la gara si gioca contro tutti; se il playmaker sloveno esce “mentalmente” dal match, son dolori. Capitolo Thierry Zig. A Cantù è andato a referto senza svestire la tuta, ieri era ancora fermo ai box. Per lui i problemi muscolari difficilmente si dissolveranno in pochi giorni. La sua presenza contro l'Upea è in forte dubbio.

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