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Rassegna Stampa

La Gazzetta del Sud - giovedì 14 agosto 2008 at 10:30

Non dimentica Capo d'Orlando Federico Pasquini, giovane ed apprezzato tecnico ferrarese, che da lunedì prossimo sarà per la seconda stagione di fila assistente alla Fortitudo Bologna di coach Sakota dopo avere iniziato l'annata scorsa con il poi esonerato Mazzon. Negli ultimi giorni di vacanze, Pasquini con la moglie ha scelto il sole e il mare di Capo d'Orlando, dove ha iniziato a fare l'assistente in Legadue dal 2001 al 2003 per la poi poco felice esperienza da head-coach in B1 nel 2003-04 coincisa con l'esonero all'inizio del girone di ritorno.
«A Capo d'Orlando- dice Pasquini prima di parlare di argomenti cestistici- vengo sempre molto volentieri, quando ho tempo io e mia moglie che lavora anche in estate. Trovare gli amici orlandini è sempre un piacere».
Facendo un passo indietro: nell'estate scorsa tu avevi detto che l'Orlandina avrebbe disputato una grande stagione e ci hai azzeccato.
«Secondo me la squadra era ottima, però dobbiamo essere realisti. Onestamente parlando basta vedere dove sono finiti i giocatori che hanno giocato nella Pierrel l'anno scorso, guardare dove hanno firmato alcuni di loro e con quali contratti in giro per l'Europa e l'Italia. È stata una stagione straordinaria, dove c'è stata l'abilità e la fortuna di unire a Pozzecco un contorno di squadra veramente di estrema efficacia e concretezza, dove ognuno sapeva quello che doveva fare in un contesto diventato ottimo dal buono iniziale».
E la tua stagione con la "F" dei sogni?
«Fare pallacanestro alla Fortitudo per uno come me, da sempre tifoso di questa squadra, era come un sogno che si è realizzato. Vedevo da ragazzo Dalla Mora, Pellacani e compagnia, è un posto straordinario. Abbiamo accusato delle difficoltà all'inizio affinché ci conoscessimo. Siamo stati bravi a centrare i playoff, poi il primo ostacolo si chiamava Siena ma siamo usciti a testa alta perdendo tre partite molto tirate sino all'ultimo minuto nel segno che abbiamo lavorato bene».
Ripartite lunedì prossimo con la preparazione e con quali ambizioni dopo il ritorno di Savic quale capo dell'area tecnica?
«Le motivazioni sono sempre quelle bellissime di ogni anno di scoprire sul campo le cose che hai fatto sulla carta. Conoscere i nuovi giocatori, il valore della squadra e la possibilità di poter lavorare con un bravo ed esperto allenatore quale Sakota con il quale, in 4-5 mesi, ho avuto la possibilità di instaurare un rapporto buono e gratificante».
Dove potete arrivare?
«Ancora la squadra deve essere completata. Abbiamo preso Huertas e Woods che sul perimetro sono giocatori importanti. Il reparto lunghi è ancora un po' da sistemare perché, oltre alla conferma di Cittadini e l'acquisto di Slokar, bisogna mettere qualche altro giocatore e credo che la squadra si stia formando bene ma ancora è presto per un giudizio».
Invece la tua ex Orlandina ha completato il roster: come lo vedi?
«Penso che la nuova Upea sia quadrata e completa anche quest'anno. È stata scelta una politica diversa, era impossibile prendere uno all'altezza di Pozzecco come play e si è preferito un americano ed è arrivata un'ala piccola italiana come Flamini al posto di Slay. La nuova Orlandina è molto concreta e dura, che avrà la possibilità di fare esprimere al massimo le potenzialità del rientrante Diener e Edney potrà dimostrare il risaputo valore essendo un giocatore che l'anno scorso ha saltato solo 7-8 partite tra campionato e coppa, nella dimostrazione che c'è l'integrità fisica. La cosa importante è riavere l'entusiasmo dell'anno scorso e partire così bene e Capo d'Orlando- conclude Pasquini- potrà ripetere un'altra ottima stagione».
Giuseppe Lazzaro

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