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Rassegna Stampa

La Gazzetta del Sud - giovedì 15 maggio 2008 at 09:30

Stasera al "PalaDel Mauro" (inizio ore 21 con diretta su Sky Sport2) potrebbe calare definitivamente il sipario sull'avventura della Pierrel ai playoff scudetto. Se i valori espressi nelle prime due gare costituiscono dei parametri affidabili, viene difficile pensare ad una miracolosa rimonta dei biancazzurri che, invero, per passare il turno dovrebbero infilare tre vittorie consecutive nel giro di sei giorni.
D'accordo, nel basket tutto è possibile, ma il diverso stato di forma e l'atteggiamento mentale palesati dalle due squadre nelle due gare vinte con pieno merito dai "lupi" di Matteo Boniciolli porta a ritenere che, per rimettere in discussione l'accesso a quella semifinale che vale l'Eurolega, non basterebbe che l'Orlandina tornasse la formazione esuberante e reattiva ammirata per lunghi tratti della regular season, ma sarebbe necessario che Avellino ci mettesse tanto del suo.
Il sospetto è diventato certezza alla prova del parquet: i paladini stanno affrontando il team più in forma del campionato che può contare su una varietà di giochi d'attacco, e quando s'inceppa il sistema a salvare la situazione ci pensano, con le loro magie, le due "stelle" americane Green e Smith. Se poi si mette anche Lisicky autore martedì di tre triple nei primi 20' (ha reso indolore l'assenza dell'infortunato Righetti), non viene difficile immaginare che questo Avellino, dopo aver vinto a febbraio la Coppa Italia, venderà cara la pelle nella corsa per lo scudetto. Insomma, una squadra forte e che adesso comincia a credere in qualcosa di veramente importante, Capo d'Orlando permettendo questa sera. Avellino ha forza e talento, e nei momenti topici del match sa cambiare marcia e inerzia della partita.
Cosa succederà stasera sul piano tattico? Boniciolli, visti gli ottimi risultati nelle prime due partite, farà intasare la propria area con quegli energumeni di Williams, Radulovic, Burlacu e Campbell, togliendo così alla Pierrel i "pick and roll" tra Pozzecco e Howell.
La contromossa biancazzurra prevede di andare a bersaglio con missili terra-aria dai 6,25, ma se il tiro non va, come accaduto martedì sera (25% contro il 39% degli irpini, eccessiva la differenza che alla fine ha inciso), allora sono dolori.
Ma quel che più preoccupa in vista della gara di stasera è quel senso di rassegnazione mostrato dalla Pierrel nell'ultimo quarto della partita di martedì: la squadra non ha avuto l'attesa reazione nel momento cruciale dell'incontro, quando bisognava ricucire a - 8'52" dell'ultimo quarto lo strappo di 6 lunghezze (66-72), perché era svuotata di energie, letteralmente groggy, a fronte di un avversario ancora esplosivo.
Vorrà dire qualcosa se in 9' della frazione finale il Poz segna solo 2 punti, e dalla linea, e non fa nemmeno un assist, mentre Wallace ne mette 4 (due dalla lunetta) e non cattura nemmeno un rimbalzo in difesa.
Insomma, per battere stasera Avellino a casa sua non si pone solo un problema di tecnica, tattica ed atteggiamento mentale, ma anche e soprattutto di condizione atletica. La fatica ti fa perdere lucidità, inducendoti a grossolani errori sui due lati del campo. Esattamente quanto visto in gara -2.
Chi va giustamente controcorrente è il coach Meo Sacchetti che spera ancora nel miracolo: «Faccio appello all'orgoglio del gruppo per tentare di cambiare l'inerzia di questa serie di partite. Non è ancora tutto perduto».
Il diesse Gianmaria Vacirca ci prova a razionalizzare il tentativo d'impresa: «Dovremo vivere l'incontro con lo stesso entusiasmo e la stessa leggerezza mostrati nella stagione regolare».
Starting five: la fisicità dell'avversario ha convinto Sacchetti a non rischiare Slay anche perché i suoi sostituti stanno facendo interamente il loro dovere, con Romel Beck che, addirittura, è la più lieta sorpresa della seconda parte del campionato.
Si parte, quindi, con Poz, Mejia, Beck, Wallace e Howell. Nella speranza che fin dall'inizio si possa vedere una Pierrel lontana parente da quella "rassegnata" dell'ultimo quarto di martedì sera.
Walter Mangano

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