ORLANDINA Basket

La Nazione
domenica 29 ottobre 2006 at 15:39

Una trasferta difficile, una trasferta che sulla carta sembra quasi impossibile quella odierna della TdShop.it a Capo d’Orlando. Per tre motivi fondamentali: il primo è che la squadra livornese è ancora alla ricerca della miglior condizione dopo i tanti infortuni che hanno caratterizzato il suo precampionato e l’avvio di torneo, il secondo è che oggi debutta in cabina di regia il francese Micoud che è a Livorno da pochissimi giorni e quindi non ancora inserito nei giochi della formazione di Ciani, il terzo che l’Orlandina che alla vigilia del torneo veniva considerata una delle squadre più deboli si è invece rivelata, almeno per ora, compagine solida, che gioca un buon basket in velocità e completa in ogni reparto come dimostrano le tre vittorie su quattro gare conquistate dalla truppa di Perdichizzi, una delle quali a spese della Climamio Bologna. Logico che i livornesi non si debbano sentire battuti in partenza e che cerchino di fare lo sgambetto ai siciliani, ma onestamente le possibilità di tornare dall’Isola con i due punti in saccoccia sono tenui. Ed allora cosa si chiede a Fantoni e compagni? Al di là della convinzione di poter stare in partita e sfruttare qualsiasi passo falso dell’occasionale antagonista una prova di carattere, con buon approccio alla partita, una difesa forte ed aggressiva sul perimetro e fisica nell’area colorata, efficacia e punti in attacco. Per riuscirci occorrerà tenere i ritmi bassi, non far correre gli avversari e selezionare al meglio i tiri. Molto dipenderà ovviamente dalla prova di Micoud, all’esordio in maglia amaranto, e del ritrovato Ingles, ma molto anche dalla crescita dei vari Jordan e Arigbabu, dalla concretezza di Kickert, dai possibili miglioramenti di Daniels e Fantoni, due pedine fondamentali della squadra. Capo d’Orlando ha il suo pezzo forte in Young, un giocatore che alle volte ha la luna storta, ma quando gioca come sa è quasi immarcabile e per ora tira col 50% da due e il 60% da tre, ma spesso determinanti sono anche il play Mokongo che ama molto spingere a cento all’ora, Wells molto forte a rimbalzo soprattutto in attacco, la guardia tiratrice Freeman e l’ala pivot Rush. Gli altri, a cominciare dal francese Toure per continuare con gli indigeni Fevola, Rabaglietti e Fabi fanno meno paura. Almeno sulla carta.
Lorenzo Gremigni

Prima pagina - Stampa