ORLANDINA Basket

Tuttosport
martedì 17 ottobre 2006 at 16:13

CI SONO le esordienti. E quelle ormai stabili, o addirittura realtà di riferimento, note persino oltreoceano. Capo d’Orlando, 12000 abitanti e 400 tesserati nel settore giovanile. E Biella, che al 6° anni di A ha già centrato 2 volte i playoff, spedito Sefolosha nella NBA e ricostruito daccapo con l’allenatore debuttante Luca Bechi.

L’Upea vuole compiere un piccolo passo alla volta, migliorando sempre la propria struttura. E ci riesce. «Vogliamo sfruttare l’esperienza dell’anno scorso - sottolinea il presidente siciliano Enzo Sindoni - e poi fornire un’immagine sempre migliore. Ci aiuta il passaparola dei giocatori che sono passati di qui. Rispettiamo gli impegni economici e non siamo gravati dalla tassa di iscrizione alla lega (420.000 euro nel 2005). Puntiamo sul settore giovanile, ma per ora non abbiamo ancora ragazzi in grado di giocare a questo livello. Stiamo costruendo. L’anno scorso ci avevano additati ad esempio negativo per i pochi italiani. Ma seguiamo le leggi di mercato, siamo costretti. L’oriundo
Ramelli, ora a Imola, ci costava un terzo di un pari ruolo e pari livello nazionale. Ora proviamo con investimenti oculati, come il play ventenne Mokongo e Stefano Rabaglietti,
pescato in B. Ha 23 anni e scommetto che sarà il primo azzurro dell’Orlandina, perché di Gallinari ne nasce uno, gli altri devono essere trovati nel sommerso e aiutati a crescere». Più facile se peschi bene gli USA grazie alle conoscenze di Giovanni Perdichizzi, allenatore-istituzione. Ecco allora Alvin Young, star che si applica, già visto a Reggio Emilia. E il lungo Wells e il tiratore Freeman, esperti d’Europa. Tutto nonostante l’addio di Esposito alla vigilia. Aspettando Rabaglietti, ecco arrivare l’ex azzurro
Lamma. Le squadre bisogna saperle costruire e poi allenare. Come da anni riesce a Marco Atripaldi nell’Angelico. Ora punta sui giovani Usa: Dean e Daniels. Che pagheranno l’inesperienza, ma già mostrano talento. In attesa di Reece Gaines, ieri tornato in palestra. Ecco, Biella è l’esempio per le piccole che vogliono crescere.

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