Caprari, da Sforzacosta a Pesaro passando per la Sicilia e per una serie A solo conquistata e sfiorata .
Marco il sognatore: “Che bello con Myers, la concorrenza con un mito non mi pesa, basta vincere. Ma andare tra i big per giocare solo 5’ non mi andava davvero” .PESARO - Lo chiamano Bum Bum, ma la tequila non c’entra niente. E’ che il nostro Marco Caprari è da sempre abituato a crivellare le retine. Quest’anno, a dire il vero, il canestro gli è meno amico del solito (7.2 punti a partita, con un 48% da 2, un rivedibile 31% da 3 per un complessivo 40% che non è da Bum Bum): e le percentuali di tiro, per un cecchino, sono come le recensioni per l’artista – sono quelli i criteri con cui ti giudica la gente… In ogni caso, la Scavolini continua a marciare sicura verso le primissime posizioni della classifica e la guardia-ala maceratese mantiene sempre un ruolo di spicco, anche ora che, con Myers in palla e Valentini e Pieri in buone condizioni, lo spot 2-3 è più affollato che mai.
Marco, da Macerata a Pesaro la strada è più lunga che un centinaio di chilometri. Lì il basket non è cosa…
“Ho cominciato lì, comunque, e ho fatto tutta la trafila nelle giovanili del Basket Macerata. A 18 anni sono andato a Montegranaro, dove giocavo in B2 e anche nella juniores. Poi ho fatto un anno di C1 ad Osimo, e da lì ho lasciato le Marche per la Sicilia. Ho fatto quattro anni a Capo d’Orlando, uno a Trapani e poi altri due a Capo d’Orlando. Siamo arrivati dalla B2 alla A1, in città sono ormai uno di loro: ho anche la fidanzata di lì. Peccato che, essendo una dentista, non può certo abbandonare lo studio e venire a Pesaro. Ci vediamo ogni tanto”.
E’ vero che hai preso la patente tardissimo e che scroccavi i passaggi al tuo allenatore?
“Sì, avevo 21 anni e non avevo ancora la patente, prenderla è stata una bella lotta: allora agli allenamenti andavo all’andata in autobus, arrivavo più di un’ora prima e ne approfittavo per fare pesi; il ritorno invece lo facevo fino a Recanati con un mio compagno, poi lì mi veniva a prendere mio fratello”.
Come mai, dopo la storica vittoria del campionato di LegaDue davanti alla Virtus Bologna, hai mollato tutto ed hai accettato l’offerta della Scavolini? Per coronare il sogno del tifoso che giocanella squadra dei suoi sogni?
“Beh, a 29 anni non volevo finire a giocare cinque minuti, anche se in A1. Non ho accettato nemmeno offerte di LegaDue, dove rischiavo di fare la stessa fine. Ho valutato diverse buone offerte in B1, ma: quando però mi è arrivata quella della Scavolini (mi ha chiamato Montini quando ero in Sardegna), ci ho messo quattro minuti per dire di sì. Giocare nella squadra per cui tifavo da ragazzino: non poteva esserci soluzione migliore”.
Queste percentuali di tiro, allora: ti pesano o non te ne frega niente?
“Se devo essere sincero, non mi faccio nessun problema. Ho avuto l’infortunio al dito che mi ha bloccato nelle prime tre giornate e che, comunque, non mi ha avvantaggiato nemmeno nelle settimane successive. Sto lavorando duro, e la fiducia dell’allenatore mi conforta molto”.
Com’è giocare con Carlton Myers? Il bello è che occupa il tuo stesso ruolo, più o meno…
“Appena si è saputo che avevamo preso Myers, mi telefonavano tutti dicendomi che mi avrebbe tolto spazio, e cose di questo genere. Il mio pensiero invece è stato: finalmente si avvera un sogno. Ho giocato con Fantozzi, ho giocato con molti americani forti, ma essere compagno di squadra di uno per cui ho tifato davanti alla Tv è bellissimo. E poi io voglio vincere: se magari gioco un po’ meno, non mi importa”.
Come vedi le altre marchigiane? Osimo, Ancona, Senigallia…
“Ancona ha avuto difficoltà, ma con Andrea Grossi può far bene. Senigallia invece ha perduto Raschi, il top scorer dei primi turni. Osimo è la squadra che gioca il miglior basket ed ha una grande dote: la continuità”.
Come finirà questo campionato? Voi promossi, e poi?
“Le altre non so, e mi interessa poco. Noi siamo costruiti per vincere, e conta solo questo”. Ok, Bum Bum: messaggio ricevuto.